lunedì 13 agosto 2012

Gli schifosi

Ora l’aria è mite e il sole non arroventa i diti dei piedi. Gli ombrelloni sono quasi tutti chiusi o in balia del vento; le famiglie avviate verso le docce: nel naso già l’odore di ossetti. Si attarda qualche giocatore di bocce. Ma verso le sei e mezzo, quando lo spazio in spiaggia è rado, arrivano gli schifosi coi loro nasi rossi. Raspano, gridando, con le mani tra la sabbia, in cerca di monetine o avanzi di anguria o mitili da succhiare. Amano la consistenza del midollo, i resti delle peperonate. Quando sono soddisfatti gonfiano il petto e schiacciano nel collo la testa, tra le spalle cadenti, ma se si avvicina un estraneo strabuzzano gli occhi, aprono la bocca laida e urlano, tutto di lingua, Che vuoi. Si sgranchiano le braccia con movimenti sgraziati, si spintonano, barcollano instabili; hanno cinquanta sinonimi per la parola merda con i quali si chiamano tra di loro e ridono a singhiozzo. Sono i padroni della polvere, gli obesi della spazzatura, gli amanti delle zanzare. Prima che l’ultimo sole scompaia, si sciacquano i piedi nella marea e si allontanano in cerca di stanze fumose dove rinchiudersi fino al giorno successivo.

1 commento:

Officina Infernale ha detto...

...voglio sposarvi...